Spinas: «Sono un outsider, ma ho deciso di non dare più peso ai giudizi degli altri»

Per chi è abituato a vedere sfilate e riviste di moda, il volto di Federico Spinas, in arte Spinas, è abbastanza familiare e non potrebbe essere altrimenti perché alcuni dei brand più famosi al mondo – come Dolce & Gabbana, Versace, Off-White e MSGM – lo hanno scelto per solcare le passerelle dei loro show. Ma dietro il glamour e i fotografi, per il modello c’è soprattutto la musica: una passione che coltiva sin da piccolo e che ha portato avanti con dedizione e passione, studiando anche al conservatorio di Cagliari. Uno dei suoi primi ricordi, infatti, è l’ascolto di canzoni e dischi insieme a sua madre, saltando da un genere all’altro con grande curiosità. Quest’attitudine è ben presente anche nel suo album di esordio, Tempo, appena uscito, in cui ha convogliato tutte le idee, nate del suo impetuoso flusso creativo, degli ultimi anni.

I fashion show più importanti, le settimane della moda, le copertine dei magazine: come è arrivato da tutto questo alla musica?

«Semplicemente seguendo un percorso naturale. Moda e musica sono intimamente connesse e, facendo il mio lavoro, ho incontrato persone che mi hanno dato la possibilità di poter esplorare meglio l’altra mia grande passione. Era destino che andasse così: la musica è sempre stata una costante nella mia vita».

Per il titolo del suo disco ha scelto la parola “tempo” che, per una persona come lei, dai ritmi frenetici e costantemente in viaggio, deve avere un significato abbastanza particolare.

«Con questo questo disco, io provo a dare una definizione di tempo che, nel mio caso, è abbastanza distorta. Nel corso degli anni, non ne ho mai avuto una percezione normale: o tutto procedeva a un ritmo talmente forsennato, quasi da far fatica a capire che stesse accadendo, oppure succedeva tutto così lentamente da non riuscire mai a vedere la fine. Il tempo è qualcosa di estremamente personale, come il mio disco in cui racconto completamente me stesso».

E una parte importante di lei viene fuori nel brano Outsiders in cui dice che «Fuori dalle mode e fuori dal contesto siamo tutti outsiders». È una sensazione molto comune tra i suoi coetanei della Gen Z, ma anche lei con la carriera che ha si sente così?

«Io mi sento da sempre un outsider e penso non smetterò mai di esserlo. In alcuni casi, ti fa soffrire perché sai che mostrare la vera parte di te significa non essere capiti o giudicati, ma dall’altra è anche una condizione che ti rende unico».

Questo aspetto com’è venuto fuori nella sua vita?

«Da adolescente, ero il tipo super nerd che aveva pochi amici e passava i suoi pomeriggi a far sport e musica. Quando ho iniziato a far moda, nel 2016, ero proprio lontanissimo dal prototipo maschile che andava per la maggiore: erano tutti super palestrati, con il ciuffone. Io ero magrolino, con l’apparecchio ai denti e la testa rasata. Però, è anche così che sono stato notato da Virgil Abloh».

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