Processo ad Alessia Pifferi per la morte della figlia Diana: «La prego di non sgridarmi, credevo che il latte bastasse»
Postato da Redazione Radio WOW il 19 Settembre 2023
Alessia Pifferi, 37 anni, accusata di omicidio volontario pluriaggravato per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di 18 mesi, è stata interrogata dal pm Francesco de Tommasi. Le ha chiesto se fosse a conoscenza della conseguenze del digiuno prolungato. E lei ha risposto così: «Le chiedo gentilmente di non sgridarmi. Io pensavo che il latte nel biberon che le avevo lasciato in casa bastasse».
Questo il racconto del ritrovamento della piccola dopo averla lasciata sola per giorni. «Ho trovato mia figlia nel lettino. Era mattina, ma non ricordo l’ora. Sono andata subito da mia figlia, l’ho accarezzata e ho capito che non si muoveva perché non giocava come le altre volte». Dicendo «le altre volte» Alessia Pifferi ammette di aver lasciato sola altre volte la bambina, anche se non così a lungo. «L’ho lasciata sola pochissime volte, non ricordo quante. Ero preoccupata di lasciarla sola così le lasciavo due biberon di latte, due bottigliette d’acqua. Avevo paura di molte cose, anche se riuscisse a bere l’acqua, ma la lasciavo da sola perché pensavo che il latte bastasse».
Il giorno del ritrovamento, il 20 luglio 2022, sempre nel racconto della madre, non era fredda. «Ho tentato di rianimarla, le ho fatto il massaggio cardiaco, la portai in bagno per bagnarle piedini, manine, viso e testina per cercare di farla riprendere. Il pannolino era sul letto. Andai dalla mia vicina di casa, ma non c’era nessuno nel cortile e allora andai di fronte a casa mia. Le dissi che avevo bisogno di aiuto. Vide subito la bambina, andai in panico, tremai, mi misi a piangere. Chiamai il 118 e D’Ambrosio (uomo che frequentava allora ndr), ma lui non venne». E ancora: «Avevo detto alla mia vicina di aver lasciato Diana con una baby sitter perché ero sotto choc. Andai nel panico».
Ha spiegato che abitualmente accudiva la bambina. «Come una mamma accudisce un figlio: le davo da mangiare, la cambiavo, se stava male contattavo l’ospedale, la crescevo, le davo da mangiare e bere per sopravvivere». La bambina, sempre nel suo racconto, «nasce all’improvviso il 29 gennaio 2021, non sapevo di essere incinta, è nata prematura. È stata in incubatrice per un mese e mezzo all’ospedale di Bergamo, non è stato facile essere ragazza madre, ma non ho avuto problemi ad accettarla». Ancora ha detto di non sapere chi fosse il padre della figlia.
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