Mangiare la notte potrebbe aiutare a correre di più. Gli inattesi risultati di uno studio
Postato da Redazione Radio WOW il 19 Settembre 2023
Un esperimento sui topi dai risultati piuttosto curiosi. È spiegato in uno studio pubblicato sulla rivista specializzata online Nature Metabolism ed è firmato da un gruppo di ricercatori cinesi. Sembrerebbe dimostrare che le cavie siano riuscite a raddoppiare la loro resistenza nella corsa quando i loro pasti erano limitati alle loro usuali ore di sonno. In sostanza i ricercatori hanno approfondito gli effetti della restrizione delle finestre di approvvigionamento energetico, cioè di cibo, sulla capacità di esercizio. E lo hanno fatto misurandola sia in topi sedentari che in altri ben allenati.
I topi, che di solito dormono durante il giorno, sono stati divisi in gruppi: il nutrimento per il primo gruppo è stato concentrato nelle ore notturne, quando i roditori sono usualmente svegli. Il secondo gruppo, invece – quello che ha fornito i risultati più interessanti – ha avuto accesso al cibo solo durante l’orario diurno, che corrisponde a quello del sonno. Il terzo gruppo, infine, non ha subito vincoli in termini di pasti.
Cosa è uscito da questa singolare indagine? Secondi i ricercatori, i topi che hanno avuto disponibilità di cibo solo durante le ore di sonno – cioè di giorno – hanno quasi raddoppiato tempi e distanze in grado di correre rispetto agli animali che sono stati nutriti nelle normali ore di veglia e a quelli liberi di cibarsi in ogni momento. «Dato che i topi sono animali notturni – ha spiegato il canadese Runningmagazine – nutrirli durante il giorno, fattore che ha comportato enormi miglioramenti nella resistenza alla corsa, sarebbe come se agli esseri umani fosse concesso di mangiare solo di notte e digiunare durante il giorno. I ricercatori hanno sottolineato che sono necessari ulteriori test per vedere se questo tipo di dieta limitata nel tempo avrebbe benefici simili per la resistenza umana». Difficile e ovviamente molto complesso.
Close-up of happy woman eating pasta for dinner.Drazen Zigic
Ciò che, però, si può portare a casa da questa indagine è la consapevolezza della relazione tra alimentazione limitata nel tempo e prestazione fisica e sottolinea l’importanza dei ritmi circadiani nel metabolismo e nella capacità atletica. Non solo: lo studio getta anche una luce nel dibattito in corso sul valore del digiuno intermittente per i corridori in termini di prestazioni. «Alcune indagini hanno scoperto che limitare costantemente il consumo di cibo a determinate ore del giorno (come il popolare piano 16:8, che prevede 16 ore di digiuno e una finestra di otto ore per mangiare), può aiutare a migliorare il metabolismo – conclude la testata specializzata – ma alcuni esperti hanno avvertito che correre a digiuno può influenzare negativamente i livelli di energia, la regolazione ormonale e la densità ossea nei corridori».
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