«Basta con le bugie su Elisa Claps: vi racconto chi era»
Postato da Redazione Radio WOW il 19 Settembre 2023
Dopo la scomparsa di Elisa Claps, sua madre Filomena Iemma si è chiusa in uno stato catatonico per un mese. Poi, però, ha abbracciato quel dolore: ha capito che l’avrebbe accompagnata il resto della vita. E si è rimessa in piedi. Lo ha fatto per combattere, per arrivare alla verità, senza mai risparmiarsi. Conosciamo i suoi occhi profondi, la voce ferma, l’indignazione di quando ripercorre la vicenda della figlia, uccisa a 16 anni nella Chiesa della Santissima Trinità di Potenza«Sì, e un giorno mi disse che mi voleva far leggere i diari di Elisa, per farmela conoscere meglio. Me li ha consegnati: erano semplici quaderni. All’inizio ero in soggezione all’idea di addentrarmi nell’intimità di una ragazza che non mi aveva dato l’autorizzazione. Lui ho tenuti per alcuni giorni in casa, poi ho riflettuto sul fatto che era stata proprio la sua mamma a chiedermi di leggerli. Li ho aperti e sono tornata alla mia adolescenza, d’altra parte Elisa era una mia coetanea. Poi ho trascritto le parti che mi avevano colpito di più».«Sì, e dal momento che ha 86 anni, è molto provata dalla vita e vorrebbe che Elisa fosse ricordata per la splendida ragazza che era, le ho proposto di scrivere un libro a partire da questi diari inediti. Mi ha risposto che per lei sarebbe stato un bel regalo».«Una ragazza serena e profondamente credente, che ogni sera concludeva sempre il suo diario con un pensiero gratitudine verso la famiglia, gli amici, la vita. Era molto gioviale, allegra, molto sincera con le amiche. Aveva i tipici pensieri degli adolescenti e un buon rapporto soprattutto col papà e con i fratelli, di cui diceva: “Insieme ridiamo come matti dalla mattina alla sera”».«Ne aveva tanti. Voleva diventare medico e operare in zone povere, nutriva un grande desiderio di libertà e autonomia, era molto avanti ed era consapevole e femminista. Si interrogava molto sui grandi temi e aveva sofferto molto per le stragi di mafia del 1992 e 1993: era indignata e arrabbiata per il sacrificio dei magistrati, e prometteva di portare avanti la loro lotta. Aveva una profonda coscienza civile: era una ragazza molto matura per la sua età. Immagino sarebbe diventata un’attivista, avrebbe fatto qualcosa di importante. Lo scriveva: “Chi mi vieta di diventare qualcuno e mettermi a servizio degli altri?”».
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